Le Idi di marzo 44 a.C
Giulio Cesare: <<Le Idi di marzo sono arrivate>>
Spurinna: <<Sì, Cesare, ma non sono passate>>
Idibus Martiis DCCIX ab Urbe condita (Idi di marzo 709 a.U.c. - 15 marzo 44 a.C.)
"Cesare era di alta statura e ben formato, aveva una carnagione chiara, il viso pieno e gli occhi neri e vispi. Godeva di florida salute, ma negli ultimi tempi era solito rimanere vittima di svenimenti e incubi notturni; nell'esercizio delle sue funzioni, fu anche colto due volte da un attacco di epilessia. Nella cura del corpo fu alquanto meticoloso al punto che non solo si tagliava i capelli e si radeva con diligenza, ma addirittura si depilava, cosa che alcuni gli rimproveravano. Sopportava malissimo il difetto della calvizie per la quale spesso fu offeso e deriso, e per questo si era abituato a tirare giù dalla cima del capo i pochi capelli. Tra tutti gli onori che il popolo e il senato gli decretarono, infatti, non ne ricevette o abusò mai nessuno più volentieri che il diritto di portare sempre una corona di alloro."
(Svetonio, Cesare, 44-45)
Questo il ritratto che fa Svetonio di Giulio Cesare. Noi amanti della numismatica siamo fortunati, abbiamo l'opportunità di vedere "de visu" persone che altri possono solo immaginare attraverso la descrizione degli storici.
Come una macchina del tempo, infatti, le monete ci consentono di essere faccia a faccia con i più importanti personaggi della storia. Questo splendido denario di Giulio Cesare non fa eccezione. Il realistico ritratto presente al dritto, superbo per stile, qualità del metallo e realizzazione del conio, ci fa vedere vividamente il volto del dittatore perpetuo provato dall'epilessia, dagli svenimenti e dagli incubi notturni di cui parla Svetonio. E poi quel collo rugoso, ulteriore prova "tangibile" di quanto abbia sofferto negli ultimi mesi della sua vita Giulio Cesare, che sarebbe stato ucciso proprio alle Idi di marzo del 44 a.C., l'anno in cui fu coniato questo esemplare.
E, naturalmente, la corona di alloro non può mancare perché, si sa, da sempre la calvizie è stata ed è il tallone di Achille per tanti di noi, e come una livella neanche i più grandi ne sono esclusi.
estratto dalla pagina facebook di:
Umberto Moruzzi - Consulente numismatico
foto di:
Pierpaolo Irpino
credit:
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